ARTE – “Conservare, non restaurare” asseriva Camillo Boito alla fine dell’800, ne I restauri in architettura. Ma non sempre è possibile, i tempi cambiano e quando diventa troppo tardi per correre ai ripari entrano in gioco i batteri restauratori.
Il biorestauro, sfruttando le proprietà dei batteri, è diventato una disciplina di grande interesse nel campo della conservazione e del recupero dei beni culturali, e nello studio del deterioramento causato da fattori organici e inorganici, in particolare microrganismi e circostanze ambientali. Le nuove frontiere della ricerca in questa direzione hanno dimostrato come l’utilizzo dei batteri possa portare a un livello di qualità e affidabilità anche molto superiore a quello garantito finora dai solventi convenzionali e dai tradizionali metodi di restauro. Si tratta di un’ottima soluzione, dunque, nel caso questi ultimi si rivelino inefficaci o pericolosi non solo per l’integrità dell’opera d’arte ma anche per la salute stessa degli operatori che…
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